mercoledì 23 agosto 2006

Che fine farà?

ANSA.it - Call center, obbligo di assunzioni: "L'ispettore ha anche chiesto la regolarizzazione dei contributi pregressi per tutti i lavoratori che hanno prestato servizio per Atesia dal 2001. Si tratta, in totale, di circa 8-10.000 lavoratori."

Atesia probabilmente fallirà, fate conto di dover assumere improvvisamente 3200 persone e versare contributi per 8000 relative ad anni passati.
I contratti sono già firmati. Con incassi stabiliti.
E questa botta di costi non previsti probabilmente non potrà che metterla in forte difficoltà.

I call center finiranno in irlanda o india o altri paesi (molti sono già là).
Gli 8000 prenderanno (forse) la cassa integrazione.
E perderanno probabilmente il lavoro.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

I Lavoratori dei call center sono quasi tutti a progetto, non credo sia prevista la cassa integrazione.
Per questo particolare settore non penso ci sia la possibilità di andare all'estero, solo in Svizzera parlano l'italiano. Proprio per questo motivo non credo che ci siano problemi ad assumere a tempo indeterminato, l'impatto sarà nei costi che aumenteranno ed a questo punto l'azienda committente dovrà decidere se mantenere o diminuire le ore lavorate, questo comporterà qualche licenziamento.
Naturalmente applicare queste regole solo per Atesia comporta la conseguente chiusura, come anche pretendere i contributi per gli anni passati.
Francamente preferisco aziende come Vodafone, che impongono l'assunzione a tempo indeterminato alle aziende che forniscono il call center.

Anonimo ha detto...

Possono andare benissimo a Montevideo in Uruguay o a Buenos Aires (in parte già ci vanno) dove di gente che parla italiano se ne trova ed il costo è nettamente inferiore

Unknown ha detto...

I call center dell e hp (coi quali ho avuto contatti tempo fa) sono all'estero.

La lingua non è un grosso problema.

Se l'azienda che offre il servizio di call center non ha costi bassi (progetto invece che indeterminato) e flessibilità (se perde la commessa) dov'è il vantaggio economico di fare l'outsourcing del servizio?

E Vodafone offrirà contratti a tempo indeterminato immagino, se vuole persone a tempo indeterminato. Altrimenti fa l'outsourcing per non avere problemi di licenziamento se cambia politica.

Anonimo ha detto...

Vodafone impone l'assunzione a tempo indeterminato a tutte le aziende fornitrici: dal call center alla consulenza informatica. Evidentemente da commesse con scadenze piuttosto lunghe.
Quello che vedo in giro è che in molte aziende si è creata una frattura tra lavoratori ipertutelati e gli altri, gli atipici, che non hanno maternità, ferie pagate, ecc. I sindacati ancora non hanno capito che questa disparità sociale deriva da un unico male: l'art 18.

Unknown ha detto...

Vero. Ma l'articolo 18 non si tocca. Con questa maggioranza poi!

Intendiamoci, l'ho già detto, sono CONTRO il licenziamento libero. Ma andare verso una maggiore valorizzazione del merito non può che comportare anche un minimo di flessibilità in uscita per le aziende. Io ho sempre detto che mi basterebbe che mi permettessero di licenziare (con indennizzo) 1 persona all'anno a mia scelta.
Per non essere quell'1 i fancazzisti (e ogni azienda ne ha) e i malati del lunedì un minimo cercherebbero di migliorare.

Tanto per intenderci parla uno che ha ben presente l'importanza sociale dell'azienda. Avendone trovati inseribili nella nostra organizzazione abbiamo più portatori di handicap di quelli che dovremmo assumere per legge. E dovessi lasciare a casa qualcuno certamente non sarebbero quelli.

[m]m ha detto...

Il problema è che attualmente si fanno contratti a progetto per lavori che richiederebbero un contratto a tempo determinato. questo -immagino- per ragioni di distorsione previdenziale.
il contratto a tempo determinato dovrebbe diventare piu' agevole e conveniente. a quel punto il co.co.pro che è una grande ipocrisia italiana potrebbe pure sparire, lasciando i veri collaboratori esterni alla loro partita iva.

[m]m ha detto...

...e aggiungo anche: in Romania ci sono decine di call center che parlano italiano e con cultura universitaria.
Li utilizzano svariate aziende di servizi, ed è quello che farà anche Atesia.

Unknown ha detto...

Sono pienamente d'accordo sulle distorsioni previdenziali e di visione che non permettono i contratti a tempo determinato.

Come tu certo sai meglio di me anche le agenzie pubblicitarie hanno il problema dei contratti.
In quel caso però spesso il committente ove possibile chiede che un certo gruppo di persone segua il contratto e vada nell'altra agenzia.
Un mio amico che lavora nel settore ha seguito IL cliente.